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All posts for the month April, 2018
Full text here: http://www.publish.csiro.au/PC/pdf/PC17053
Web conference
Towards an Open Science and Open Access scientific EULAC relations
18th of April 2018 – 10 -12 Quito Time
“The purpose of the activity is to open a debate on different positions on Open Science (OS) and Open Access (OA) in order to identify their potentialities, their the barriers in scientific practices and, in particular, to build possible joint solutions to promote the OS and OA as a tool that supports the democratization of access and production of knowledge.”
- Speakers:
Ernest Abada, Professor, School of Library Science and Documentation, University of Barcelona: “Policies to promote open access in Europe”.
Ricardo Hartley, School of Health Sciences, Central University of Chile: “Beyond the structure: education as a pillar of open science”
Ignasi Labastida, responsible for the Office of Knowledge Dissemination and the Research Support Unit of the Resource Center for Learning and Research, University of Barcelona: “Preparing Research Institutions to Adopt Open Science Practices and Principles”. TBC, MINCyT: “Policies and strategies to spread Open Access in Latin America. The case of Argentina”.
- Participation by videoconference
Trial Day: 17th of April 2018 – 10-12 Quito Time
Videoconference equipment:
Using equipment with protocols compatible with H.323
IPv4: 132.247.109.38
Room ID: 0100
Optional Dialing Method: 132.247.109.38 ## 0100
Computer, Web Browser:
Through the following URL: http://vc.cudi.edu.mx/
Name of the Room: redclara
Type your Name: NAME-USER / INSTITUTION-COUNTRY
Then select CONNECT, grant the necessary permissions to the browser
• Online participation
Add the Skype user dias.virtuales
Follow the event through the following links and send yours comments / questions using the Skype user http://redclara.net/index.php/es/noticiasyeventos/transmisiones-en-vivo
Mi capita spesso di ascoltare commenti riguardo al sistema educativo dei paesi nordici, e tutti sembrano essere d’accordo che quello sia il modello da seguire. Peccato che siano esperienze difficili da esportare, considerate le diversità socio-culturali che esistono, ad esempio, fra Finlandia e Italia. Come docente in una università ecuadoriana, ho potuto osservare com’è possibile, invece, ideare un sistema educativo pubblico di qualità senza dover importare modelli da altre parti del mondo.
Sono originario di Carvico e a Bergamo ho fatto l’Università, studiando poi in Europa e negli Usa. La mia vita in Ecuador è cominciata circa quattro anni fa e durante questo periodo ho potuto assistere alla nascita di un modello educativo che parte dalla realtà della società ecuadoriana. Per esempio, dalle pratiche ancestrali che sempre hanno fatto parte della cultura e delle tradizioni delle popolazioni andine si è presa l’idea di vivere con il totale rispetto della natura. Infatti l’Ecuador è il primo paese al mondo a riconoscere i diritti universali della natura, prima ancora che quelli dell’uomo. Questo la dice lunga sulla visione e gli ideali di questo popolo, se qualcuno di voi ha visitato le Galapagos o la foresta Amazzonica sa di cosa sto parlando.
Grazie a questa visione socio-politica, sono state aperte scuole ed università pubbliche in varie parti del paese, soprattutto in zone che spesso erano state dimenticate perché non vicine alle grandi città. Ci sono scuole ed università pubbliche di qualità vicine alla costa dell’Oceano Pacifico, altre a 3.000 metri sulle Ande, o in mezzo alla foresta Amazzonica, e pure sulle isole delle Galapagos. Fino a poco tempo fa questo era impensabile in Ecuador: molte università private rilasciavano titoli senza nessun controllo sui metodi d’insegnamento e di serietà. Questo faceva si che molti studenti potevano conseguire una laurea semplicemente pagando la retta, anche se poi nel mercato del lavoro questa laurea serviva veramente a poco. Ora queste ”università di garage” (erano chiamate così perché in molti casi le sedi erano in palazzi abitati) sono state chiuse e a partire del 2014 si è cominciato a richiedere il titolo di dottorato di ricerca a tutti i docenti universitari, contattando professori da altre parti del mondo, perlopiù dall’Europa e dagli Stati Uniti.
Naturalmente non è possibile parlare di un cambiamento del sistema educativo menzionando solamente le università: le politiche educative hanno riformato anche le scuole primarie e secondarie. Sono state aperte scuole denominate “del millennio” con alti standard di innovazione pedagogica, basata soprattutto sull’esperienza. Questo riallacciarsi con la comunità permette agli studenti di crearsi una propria visione critica della società, non basata solo su quanto che viene trasmesso dai canali di comunicazione digitale. Questo è importante, in una società globalizzata e liquida come quella contemporanea, per riscoprire le proprie radici e, soprattutto, pensare che un altro modello educativo è possibile. Anche in zone del mondo a cui mai, dall’Italia, si guarderebbe come un esempio.
Las tecnologías de la información y la comunicación se han distribuido de manera desigual entre los países, reproduciendo fielmente los patrones existentes de desigualdades de poder en todo el mundo. En el presente trabajo analizamos los usos de las tecnologías digitales de la comunidad académica en Latinoamérica, sus funciones, limitaciones y potencialidades con el fin de construir un marco común que permita la mediación de las tecnologías en la producción de saberes y el desarrollo de redes de colaboración equitativas. Hemos analizado 18 entrevistas a investigadoras e investigadores de Universidades tecnológicas latinoamericanas, como estrategia analítica se realizó un análisis de contenido temático. Hemos evidenciado que las tecnologías digitales actúan como infraestructura necesaria para: (a) la creación de redes entre profesionales e instituciones con el fin de sortear dificultades materiales; (b) la búsqueda y acumulación de información; (c) la producción de conocimientos y la mejora de la capacidad competitiva; (d) la diseminación y aumento de la visibilidad de los resultados de investigaciones. A pesar de haber evidenciado dificultades en cada uno de los cuatro puntos analizados, la transformación digital abre nuevos escenarios que permiten establecer espacios de colaboración y producción de saber, algunos de ellos podrían ayudar a democratizar la práctica científica en territorios de precariedad.
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